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il re bianco. 211


— Sì, Collin, li abbiamo salvati a prezzo di grandi pericoli, sfidando un abbordaggio dei selvaggi e per riconoscenza ci tradirono scatenando le tigri contro di noi e incendiandoci la nave.

— Infami!... E sono fuggiti?... Ma dove?...

— Non lo sappiamo. Si sono imbarcati sul grande canotto mentre noi ci eravamo salvati sugli alberi per sfuggire alle tigri.

— Ma la Nuova Georgia dove si trova ora?

— Arenata sulla costa, a otto miglia di qui.

— Ah! — esclamò Collin. — I miei selvaggi non mi avevano riferito male.

— Forse eravate stato avvertito del nostro sbarco? — chiese il capitano.

— Sì, uno dei miei sudditi mi riferiva stamane che al nord dell’isola aveva veduto aggirarsi degli uomini di pelle bianca.

— Al nord! — esclamarono ad una voce il capitano e Asthor. — Al sud volete dire.

— Ma no, al nord, — disse Collin.

— È impossibile! — esclamarono i naufraghi. — La Nuova Georgia si è arenata al sud dell’isola.

— Eppure il mio selvaggio non può essersi ingannato, poichè si era recato sulle coste settentrionali alla caccia dei granchi ladri.

— Che siano sbarcati degli altri bianchi?

— Ma chi potrebbero essere? Degli altri naufraghi forse? — disse Collin.

— Quanti ne ha veduti il vostro cacciatore? — chiese il capitano nella cui mente era balenato un terribile sospetto.

— Parecchi, ma non seppe dirmi il numero.

— È qui il vostro uomo?

— No, l’ho mandato alla scoperta per darmi più precise notizie.