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le isole di santa—cruz. 31


delle Indie della scoperta fatta. Gli venne tosto affidato un bastimento per esplorare Vanikoro, e nel luglio del 1827 vi sbarcava.

Le sue indagini portarono piena luce sulla misteriosa scomparsa della spedizione La Perouse, poichè potè vedere una delle navi sommerse, incastrata fra i coralli e visitare il luogo dove era stato costruito il piccolo vascello. Gl’indigeni negarono di aver massacrato e divorato uno degli equipaggi, ma così doveva essere accaduto, poichè seppe che in una capanna, detta la Casa degli Spiriti, conservavano ancora i crani delle vittime.

Dillon raccolse gran numero di oggetti, ancore, uncini, chiodi, petrieri, pezzi d’istrumenti geografici ed astronomici, una campana fusa a Brest, parecchi oggetti d’argento e di ferro, una lastra adorna di tre gigli che poi regalò a Carlo X allora re di Francia e che ora si trovano nel Museo della Marina. Più tardi Dumont d’Urville raccolse a Vanikoro un cannoncino, un’àncora e due petrieri che furono aggiunti alle prime reliquie di quel tremendo naufragio.

— Adunque le due navi si ruppero contro quelle coste, — disse Anna, additando l’isola.

— Sì, ed a quanto sembra in una notte tempestosa ed oscurissima.

— Ma cosa accadde agli uomini che si erano imbarcati sulla piccola nave da loro costruita?

— Non si ebbero di loro mai più notizie; però un capitano inglese ha affermato di aver veduto distintamente verso il 1811, in uno stretto braccio di mare delle isole Salomone, una grande antenna ergersi dal fondo, fornita di tutti i suoi attrezzi.

— Sono naufragati anche loro?

— Così deve essere.

— E non si fece alcuna ricerca alle isole Salomone?

— Nessuna.