Pagina:Salimbene de Adam – Cronica, Vol. II, 1942 – BEIC 1912533.djvu/436

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impose il manto ad Alessandro IV, e la nota 6) commenta «S. Mariae in Via lata». Invece nell’Index (p 728) è detto: Octovianus card. diac. S. Eustachii». E cosi alla voce Lavania, cinque sono dati come appar- tenenti alla famiglia de Lavania, alla voce /desco se ne indicano solo tre: eppure si tratta della stessa famiglia, benché Salimbene usi or l’uno or l’altro nome gentilizio. Almeno era opportuno che la voce Flesco por- tasse un richiamo alla voce Lavania. Salvatemi è data come «locus ignotus», mentre esiste ancora con lo stessissimo nome, in provincia di Reggio Emilia! A p. 703 Bondenus è da dirsi fi (amen), o non piutto- sto ramo del Po? Anche piú frequenti sono le inesattezze relative alla storia di Parma, nucleo sostanziale di tutta la Cronica. Nell’ Index (p. 697) come può dirsi che Agnes fosse fi Ha cuiusdam de /disco Curri . de lavania, se era sorella d’Innocenzo IV, figlio d’Ugo dei Fieschi? Né alla voce de Flesco, nè a quella de Lavania è posto quel «Bonifaciusex Ordine Predicatorum, natione Parmensis» (p. 83), che senza dubbio appartenne al ramo par- mense dei Fieschi 11). Alla voce Gerardus Albus de Gainago Parmensis card. (Index, 712! si poteva opportunamente aggiungere che Albus era la latinizzazione dell’originale cognome Bianchi «Mabilia filia Rubini Pel avicini, uxor Uberti Pellavicini march.» [Index, 720), mentre il croni- sta dice chiaramente: «... Mabíliam... maritavi* domnus Ubertus Pellavi- cinus in Ponte-tremulo» (p. 378) Mabilia era cugina d’Uberto, non moglie! Magnarotti è dato come cognome parmense, mentre è genitivo del nome paterno Magnarottus, come appare dalla stessa Cronica («Ugo Magna- rodi de Vicedominis», p. 188) e da molti documenti parmensi (2). Ana- logamente (Index. 786) Hugouis non è che il genitivo del nome del padre di Thotnasius I/ugonis de Armario Parmensis (p. 596). Ioannes Ba- rixellus, sarto e capopolo Parmense, non fu «filius Mecadhri de Tedaldis agricolae» (Index, 718). ma, come s’esprime il cronista «filius cuiusdam agricole illorum de Tedaldis, quem Parmenses Megadhrum appellant» (p. 372), cioè figlio d’un contadino dipendente dalla famiglia dei Tedaldi, chiamalo Mezadro. Lá dove Salimbene narra della morte di maestro Guglielmino da Gatatico, vicecancelliere della Chiesa (p. 420) lo Ilolder ha aggiunto di fianco la data 1256, con un punto interrogativo. Secondo l’AIlodi, pur citato altre volte dallo Holder, Guglielmino mori il 2 giugno 1257(3) Manca ogni commento alla topografia della piazza di Parma (pp. 501, 519), per la quale ci si poteva riferire almeno al Chronicon parmense A commento del testo, dove dice (p. 166) che Tomaso da Foliano «erat de Regio et attinebat», cioè era parente di Innocenzo IV, (1) F. Bernini, Innocenzo IV e il suo parentado, Nuova Rivista Storica, XXIV, n. 3 (2) I. Affò, Storia di Parma, III, 119. (3) Allodi, Serie cronologica dei vescovi di Parma, 461-62.