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Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/153

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Elenco.

Pon quella vacca che sovente muggiola;
Ecco una pelle, e due cerbiatti mascoli
Pasti di timo e d’acetosa luggiola.

Ofelia.

Pon pur la lira, ed io porrò duo vascoli
Di faggio, ove potrai le capre mungere;
Che questi armenti a mia matrigna pascoli.

Elenco.

Scuse non mi saprai cotante aggiungere,
Ch’io non ti scopra: or ecco il nostro Eugenio:
Far non potrai sì, ch’io non t’abbia a pungere.

Ofelia.

Io vo’ Montan, ch’è più vicino al senio;
Che questo tuo pastor par troppo ignobile,
Nè credo ch’abbia sì sublime ingenio.

Elenco.

Vienne all’ombra, Montan; che l’aura mobile
Ti freme fra le fronde, e fiume mormora:
Nota il nostro cantar qual è più nobile.

Ofelia.

Vienne, Montan, mentre le nostre tormora
Ruminan l’erbe, e i cacciator s’imboscano,
Mostrando ai cani le latebre e l’ormora.

Montano.

Cantate, acciocchè i monti omai conoscano,
Quanto ’l secol perduto in voi rinnovasi:
Cantate fin che i campi si rinfoscano.

Ofelia.

Montan, costui che meco a cantar provasi,
Guarda le capre d’un pastor erratico.
Misera mandra, che ’n tal guida trovasi!

Elenco.

Corbo malvagio, ursacchio aspro e salvatico,
Cotesta lingua velenosa mordila,
Che trasportar si fa dal cor fanatico.