Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/166

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di questo Iddio, che nel cantare gli avea prestato favore: appresso al quale non venne mai alcuno in queste selve, che quella sonare potuto avesse compitamente: posto che molti da volonteroso ardire spronati tentato lo abbiano più volte, e tentino tuttavia. Ma perchè il giorno tutto fra questi ragionamenti non trapassi, tornando omai a quello, per che venuti siete, dico, l’opra e ’l saper mio così a tutti vostri bisogni, come a questo un solo, essere sempre non men disposto, che apparecchiato: e conciossiacosachè ora per lo scemo della cornuta luna il tempo molto atto non sia; udirete nondimeno del luogo e del modo, che a tenere avremo, alquanto ragionare. E tu principalmente, innamorato pastore, a chi il fatto più tocca, porgi intentivamente le orecchie alle mie parole. Non molto lungo, di qui, fra deserti monti giace una profondissima valle, cinta d’ogn’intorno di solinghe solve, e risonanti di non udita salvatichezza; sì bella, sì maravigliosa e strana, che di primo aspetto spaventa cou inusitato terrore gli animi di coloro, che vi entrano: i quali, poi che in quella per alquanto spazio rassicurati si sono, non si possono saziare di contemplarla: ove per un solo luogo, e quello strettissimo ed aspro, si conviene passare; e quanto più basso si scende, tanto vi si trova la via più ampia, e la luce diventa minore: conciossiacosachè dalla sua sommità insino alla più infima parte è da opache ombre di giovani alberi quasi tutta occupala: ma poi che al fondo di quella si perviene, una grotta oscurissima e grande vi si vede incontanente aprire di sotto ai piedi; nella quale ar-