Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/171

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Al fine, poi che l’avrai tutta spogliata, lasciandola sola andare, l’arai così l’ultimo incanto:


Rimanti, iniqua e cruda,
D’ogni speranza ignuda.


Ed ogni fiata, che le dette cose farai, sputerai tre volte; perocchè dell’impari numero godono i magici Dii; nè dubitò punto, che saranno di tanta eflicacia queste parole, che, senza repugnanza alcuna fare, la vedrai a te venire, non altrimenti che le furiose cavalle nelle ripe dello estremo occidente sogliono i genitabili fiati di Zeffiro aspettare; e questo ti affermo per la Deità di questa selva, e per la potenzia di quello Iddio, il quale ora presente standone, ascolla il mio ragionare: e così detto, pose silenzio alle sue parole. Le quali quanto diletto porgessero a ciascuno, non è da dimandare: ma parendone finalmente ora di ritornare alle lasciale mandre, benchè il sole fosse ancora molto allo, dopo molte grazie con parole rendutegli, ne licenziammo da lui, e per una via più breve postine a scendere il monte, andavamo con non poca ammirazione commendando lo udito pastore; tanto che quasi al piano discesi, essendo il caldo grande, e veggendone un boschetto fresco davanti, deliberammo di volere udire alcuno della brigala cantare. Per la qual cosa Opico a Selvaggio il carco ne impose, dandogli per soggetto che lodasse il nobile secolo, il quale di tanti e tali pastori si vedeva copiosamente dotalo; conciofossecosachè in nostra età ne era concesso vedere, ed udire