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ARGOMENTO


Racconta gli spassi, ch’ebbero per la strada i pastori tornando alle lor capanne; e che poi andando egli con le sue pecorelle un giorno per fuggire il caldo, incontrò Montano pastore, che cercava similmente il fresco; al quale fece offerta d’un bel bastone, pregandolo che cantasse. Montano, cominciato il canto, vide Uranio dormire; e destatolo, con lui cantò l’amor di due pastorelle, che ne’ cuori d’amendue loro facevano acerbi e diversi effetti.


prosa seconda.


Stava ciascun di noi non men pietoso che attonito ad ascoltare le compassionevoli parole di Ergasto, il quale quantunque con la fioccaFonte/commento: Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/262 voce e i miserabili accenti a sospirare più volte ne movesse; nondimeno tacendo, solo col viso pallido e magro, con gli rabuffati capelli e gli ocelli lividi per lo soverchio piangere, ne avrebbe potuto porgere di grandissima amaritudine cagione. Ma poi che egli si tacque, e le risonanti selve parimente si acquetarono, non fu alcuno della pastorale turba, a cui bastasse il cuore di partirsi quindi per ritornare ai lasciati giuochi, nè che curasse di fornire i cominciati piaceri; anzi ognuno era sì vinto da compassione, che come meglio poteva o sapeva, s’ingegnava di confortarlo, ammonirlo e riprenderlo del suo errore, insegnandoli di molti rimedj assai più leggieri a dirli, che a metterli in operazione. Indi veggendo che ’l sole