Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/51

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E ’n su la mezza notte
Questi can mi destar bajando al lupo:
Ond’io gridando, al lupo, al lupo, al lupo,
Pastor, correte al lupo,
Più non dormii per fin che vidi il giorno:
E ’l gregge numerai di corno in corno;
Indi sotto quest’ orno
Mi vinse il sonno, ond’or tu m’hai ritratto.

Montano.

Vuoi cantar meco? or incomincia affatto.

Uranio.

Io canterò con patto
Di rispondere a quel che dir ti sento.

Montano.

Or qual canterò io, che n’ho ben cento?
Quella del fier tormento?
O quella che comincia: alma mia bella?
Dirò quell’altra forse: ahi cruda stella?

Uranio.

Deh per mio amor dì quella
Ch’a mezzo dì l’altr’jer cantasti in villa.

Montano.

Per pianto la mia carne si distilla,
Siccome al sol la neve,
O com’al vento si disfà la nebbia;
Nè so che far mi debbia.
Or pensale al mio mal qual esser deve.

Uranio.

Or pensate al mio mal, qual esser deve;
Che come cera al foco,
O come foco in acqua mi disfaccio;
Nè cerco uscir dal laccio,
Sì m’è dolce il tormento, e ’l pianger gioco,

Montano.

Sì m’è dolce il tormento, e ’l pianger gioco;