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Dal dì ch’io vidi l’amoroso sguardo,
Ove ancor ripensando agghiaccio ed ardo.

Uranio.

Pastor, che per fuggire il caldo estivo,
All’ombra desiate per costume
Alcun rivo corrente,
Venite a me dolente,
Che d’ogni gioja e di speranza privo
Per gli occhi spargo un doloroso fiume
Dal dì ch’io vidi quella bianca mano,
Ch’ogni altro amor dal cor mi fe’ lontano.

Montano.

Ecco la notte, e ’l ciel tutto s’imbruna,
E gli alti monti le contrade adombrano;
Le stelle n’accompagnano e la luna.
E le mie pecorelle il bosco sgombrano
Insieme ragunate, che ben sanno
Il tempo e l’ora che la mandra ingrombano.
Andiamo appresso noi; ch’elle sen vanno,
Uranio mio; e già i compagni aspettano,
E forse temon di successo danno.

Uranio.

Montano, i miei compagni non sospettano
Del tardar mio; ch’io vo’ che ’l gregge pasca;
Nè credo che di me pensier si mettano,
I’ ho del pane, e più cose altre in tasca:
Se vuoi star meco, non mi vedrai movere,
Mentre sarà del vino in questa fiasca:
E sì potrebbe ben tonare e piovere.