Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/84

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rispondenti selve; talchè da ora innanzi sarai sempre nei numero de’ nostri Dii; e siccome a Bacco, ed. alla santa Cerere, così ancora a’ tuoi altari i debiti sacrifizj, se sarà freddo, faremo al fuoco; se caldo, alle fresche ombre: e prima i velenosi tassi suderanno mele dolcissimo, e i dolci fiori il faranno amaro; prima d’inverno si mieteranno le biade, e di estate coglieremo le nere olive, che mai per queste contrade si taccia la fama tua. Queste parole finite, subitamente prese a sonare una soave cornamusa, che dopo le spalle gli pendea; alla melodia della quale Ergasto, quasi con le lacrime su gli occhi, così aperse le labbra a cantare.


ANNOTAZIONI

alla Prosa Quinta.


E già i sassi che vi sono ec. II pensiero è tolto da Virgirlio nell’Egl. i.


Formosam resonare doces Amaryllida silvas;


ovvero nell’Egl. x.


Ipsi laetitiae voces ad sidera jactant
Intonsi montes; ipsae jam carmina rupes,
Ipsa sonant arbusto.


E credo già che le lettere ec. Virgilio nell’Egl. x.


. . . . . . tenerisque meos incidere amores
Arboribus: crescent illae, crescetis, amores.


Il Tasso nell’Aminta Atto i. Sc. i.


Lo scrisse in mille piante, e con le piante
Crebbero i versi,