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e che deve dimostrarci quale studio facessero per divenire eccellenti nella loro arte. Il pubblico e’ giudici non davano il premio se non se a quelli che si erano resi superiori e più perfetti degli altri competitori, onde ognuno si studiava di giungere al sommo della perfezione.» Op. cit. pag. 438. La materia poi di questa esecuzione sì fina era quella perfettissima melodia, che forma di presente l’oggetto delle nostre indagini. E per conseguirla adoperavano i greci compositori ogni possibile diligenza. Incominciavano pertanto dalla scelta de’ tuoni (o modi) in cui volevano comporre le loro melodie, e quelli trasceglievano fra gli altri, che giudicavano i più atti ad eccitar quegli affetti, che si eran proposti eccitare. Tre erano questi tuoni: Dorico, Eolio, a Jastio; cui si aggiunsero in seguito il Frigio, e 'l Lidio, e così venne a formarsi la nota serie de’ cinque tuoni de’ Greci. Ad ognuno poi di questi, ch’erano i principali furono assegnati due tuoni collaterali, l’uno verso il grave, l’altro verso l’acuto, e’ l numero si aumentò fino a quindici. Quello però che 4 qui da considerarsi pel nostro scopo si è che ognuno de' sopraddetti cinque tuoni principali aveva la sua propria e particolare armonia. La Dorica, per esempio, era grave e magnifica, l’Eolia superba e gonfia ec.; ed avendo tutte queste armonie (oltre la respettiva loro acutezza e gravità) una coerenza grande colla natura e co' costumi (c) di quelle nazioni, dalle quali ciascuna di loro aveva tratto il nome, ne risultava da ciò il grande effetto che ciascuna particolare armonia da qualsivoglia altra perfettamente si distingueva. Ecco la prima ricca miniera d'onde i greci compositori traevano le loro belle melodie. Op. cit. pag. 433 e seg.
(c) Harmoniam certe animi vel affectus, vel marea oportet indicare. Athenaeus lib. 14.