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Pagina:Sanvittore - i misteri del processo monti e tognetti, 1869.djvu/55

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50 i processi di roma


— Sto qui, così... per passare un’ora... per divertirmi.

— Tu menti, mio vecchio Giano.

— Come vuole vostra eccellen...

— Taci!

Intanto l’uomo misterioso non aveva più la faccia coperta dal mantello, e Giano poteva liberamente riconoscere nelle sue fosche sembianze il principe Rizzi.

Era proprio desso, ch’era venuto incognito e solo nell’osteria della Sora Rosa: ora vedremo a qual fine.

— Tu menti, replicò il principe. Vuoi che ti dica perchè sei qui?

— Avrei piacere di saperlo, disse Giano.

— Prima di tutto, tu aspetti una persona.

— Questo è vero. Avanti.

— Questa persona è un giovane chiamato Curzio, un settario, uno dei capi della rivoluzione.

— Questo poi! fece Giano con una smorfia. Non sono capace!

— Zitto là! disse bruscamente il principe, e proseguì: Tu l’aspetti per farlo fuggire. Hai già pronti i cavalli che devono portarlo fuori di Roma, ed anche oltre il confine. Tu tieni lì in saccoccia...

— Che cosa? i cavalli?

— Il falso passaporto che deve servire per la fuga di quel giovane.

— Ma eccellenza per chi mi prende?

— Ti prendo appunto per quello che sei. Tu tieni anche in saccoccia la somma di duecento scudi romani, dei quali cento devono servire per tuo compenso, e gli altri cento per le spese della fuga.

— Vedo che ella è informata proprio benino, e io non persisterò a negare purchè mi dica come mai ha saputo...

— Io so inoltre, che la persona la quale ti ha dato quei duecento scudi insieme all’incarico di questa impresa, non è altri che la mia signora moglie, la principessa Rizzi: essa, che vuol salvare ad ogni costo il suo amante Curzio. Nega adesso, se hai coraggio.

— Io non nego nulla; vorrei solamente sapere come mai vostra eccelleza...

— Zitto!.. ora tu hai due strade da scegliere: una è quella di mettere in esecuzione il tuo progetto di fuga; in tal caso sarai arrestato insieme a Curzio, tradotto alle Carceri Nove, e posto sotto processo a disposizione della Sacra Consulta.

— Quella strada non mi garba affatto. Sentiamo l’altra.

— L’altra consiste nel lasciar le cose come stanno, e non opporsi all’arresto di Curzio. In tal caso egli solo sarà carcerato, e tu ti godrai in santa pace l’intera somma dei duecento scudi. Scegli fra le Carceri Nove e i duecento scudi.