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124 l'istoria del concilio tridentino


preponer la potestá del pontefice all’autoritá di tutta la Chiesa, è opinione iniqua e piena di tirannide. Che defendendo il pontefice l’opinione de’ suoi, anche con editti crudeli, sostenendo egli una parte della lite, il giusto vuole che dalli principi sia determinato il modo e forma dell’azione.

Al medesimo convento di Smalcalda mandarono ambasciatori li re di Francia e d’Inghilterra. Quel di Francia che, essendo morto Francesco Sforza duca di Milano, disegnava fare la guerra in Italia, li ricercò di non accettare luoco per la celebrazione del concilio, se non con conseglio suo e del re d’Inghilterra, promettendo che essi ancora non ne accetterebbono nessuno senza di loro. Il re d’Inghilterra, oltre di ciò, gli fece intendere che stessero ben avvertiti che non si facesse un concilio dove, in luoco di moderare gli abusi, si stabilisse tanto piú la dominazione del pontefice, e li ricercò che approvassero il suo divorzio. Dall’altro canto essi proposero che il re ricevesse la confessione augustana: le quali cose, trattate in diversi conventi, non ebbero conclusione alcuna.

Ma il Vergerio nel principio dell’anno 1536 tornò al pontefice per riferire la sua legazione. Riportò in somma che li protestanti non erano per ricever alcun concilio, se non libero, in luoco opportuno, tra i confini dell’Imperio, fondandosi sopra la promessa di Cesare; e che di Lutero e degli altri suoi complici non vi era speranza alcuna, né si poteva pensar ad altro che opprimerli con la guerra. Ebbe il Vergerio per suo premio il vescovado di Capo d’Istria sua patria; e dal pontefice fu mandato a Napoli per fare la medesima relazione all’imperatore, il quale, ottenuta la vittoria in Africa, era passato in quel Regno per ordinare le cose di quello.

Ed udita la relazione del noncio, passò Cesare a Roma. Fu a stretti colloqui col pontefice sopra le cose d’Italia e del modo di pacificare la Germania; il qual modo persuadendo il pontefice, secondo il conseglio anco del Vergerio, che non poteva essere altro, salvo che la guerra, Cesare, che non vedeva il tempo maturo per cavare da quella il buon