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libro secondo - capitolo i | 175 |
tersi in ordine e far il viaggio; reputò nondimeno che fosse
vantaggio suo che, se pur s’aveva da celebrare, s’incominciasse con pochi, e quelli italiani, cortegiani e suoi dependenti, li quali sarebbono stati li primi, cosí sollecitati da lui,
dovendosi nel principio trattare del modo come proceder in
concilio, che è il principale, anzi il tutto per conservare l’autoritá pontificia; alla determinazione de’ quali sarebbono costretti
stare quelli che alla giornata fossero sopraggionti: né essere
maraviglia che un concilio generale s’incominci con pochi,
perché nel pisano e constanziense cosí occorse, i quali ebbero però felice progresso. E avendo penetrata la vera causa
della pace, scrisse all’imperatore che in servizio suo aveva
prevenuto e usato celeritá nell’intimazione del concilio. Imperocché, sapendo come Sua Maestá per la necessitá della
guerra francese era stata costretta permettere e promettere
molte cose alli protestanti, con la intimazione del concilio gli
aveva dato modo di escusarsi, nella dieta che si doveva fare
al settembre, se, instante il concilio, non effettuava quello che
aveva promesso concedere sino alla celebrazione di quello.
Ma la prestezza del pontefice non piacque all’imperatore, né la ragione resa lo sodisfece: averebbe egli voluto per sua riputazione, per far accettare piú facilmente il concilio alla Germania e per molti altri rispetti, essere causa principale; nondimeno, non potendo altro fare, usò però tutti quei termini che lo potessero mostrare lui autore e il papa aderente. Mandò ambasciatori a tutti li principi a significare l’intimazione e pregarli mandare ambasciatori per onorare quel consesso e confermare li decreti che vi si farebbono. E attendeva a far seria preparazione, come se l’impresa fosse stata sua. Diede diversi ordini alli prelati di Spagna e dei Paesi Bassi, e ordinò fra le altre cose che li teologi di Lovanio si congregassero insieme per considerare li dogmi che si dovevano proporre; li quali ridussero a trentadue capi, senza però confirmargli con alcun luoco delle sacre lettere, ma esplicando magistralmente la sola conclusione: li qual capi furono dopo
confirmati con l’editto di Cesare e divulgati con precetto che