Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/239

Da Wikisource.

libro secondo - capitolo iii 233


Fu in fine deliberato di formar il decreto con titolo semplice, e in quello far menzione di dover trattar della religione e della riforma, ma tanto in generale che si potesse accomodare ad ogni opportunitá, e recitar il simbolo, e passarsela facendo un altro decreto di rimetter le materie ad altra sessione; allegando per causa l’esser molti prelati in procinto e alcuni in viaggio; e per non esser ridotti piú in tal angustie, allongar il termine della seguente il piú inanzi che si poteva, non differendola però dopo Pasca.

Quello formato, fu comunicato alli prelati piú confidenti; fra’ quali il vescovo di Bitonto considerò che il fare una sessione per recitar il simbolo, giá mille dugento anni stabilito e continuamente creduto, e al presente da tutti accettato intieramente, potrá esser ricevuto dagli emuli con irrisione e dagli altri con sinistra interpretazione; che non si può dire di seguire in ciò l’esempio dei Padri antichi, perché essi o vero hanno composto simboli contra l’eresie che condannavano, o vero replicati li anteriori contra eresie giá condannate per darli autoritá maggiore, aggiontovi qualche cosa per dechiarazione, o vero per ritornarlo in memoria e assicurarlo contra l’oblivione. Ma allora non si componeva simbolo novo, non vi s’aggiongeva dechiarazione; il darli maggior autoritá non esser cosa da loro né da quel secolo; il rammemorarlo, recitandosi almeno ogni settimana in tutte le chiese ed essendo in memoria recente d’ogni uomo, esser cosa superflua ed affettata. Che col simbolo fossero convinti gli eretici, esser vero di quelli che erravano contra esso; però non potersi far cosí contra luterani, che lo credono come li cattolici. Se dopo l’aver fatto questo apparato, mai sará usato il simbolo a questo effetto, s’interpreterá l’azione come fatta non per altro che per trattener e dar pasto, non avendo ardire di toccar li dogmi né volendo dar mano alla riforma. Consegliò che fosse meglio metter dilazione, attesa l’espettazione delli prelati, e con quella passar la sessione. Il vescovo di Chiozza vi aggionse che anzi le ragioni addotte nel decreto potrebbono esser dalli eretici adoperate a proprio favore, con dire che se il simbolo può