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20 l'istoria del concilio tridentino


Ma gli uomini sensati, vedendo la bolla di Leone, restarono con maraviglia per piú cose: prima, quanto alla forma, che con clausole di palazzo il pontefice fusse venuto a dechiarazione in una materia che bisognava trattare con le parole della Scrittura divina, e massime usando clausule tanto intricate e cosí longhe e prolisse, che a pena era possibile di cavarne senso, come se si avesse a far una sentenzia in causa feudale; ed in particolare era notato che una clausula, la qual dice: inhibentes omnibus ne præfatos errores asserere præsumant, è cosí allongata con tante ampliazioni e restrizioni, che tra l’inhibentes ed il præsumant vi sono interposte piú di quattrocento parole. Altri, passando un poco piú inanzi, consideravano che l’aver proposto quarantadue proposizioni e condannatele come eretiche, scandalose, false, offensive delle pie orecchie e ingannatrici delle menti semplici, senza esplicare qual di loro fossero le eretiche, quali le scandalose, quali le false, ma col vocabolo respettivamente attribuendo a ciascuna di esse una qualitá incerta, veniva a restar maggior dubbio che inanzi: il che era non difinir la causa, ma renderla piú controversa che prima, e mostrar maggiormente il bisogno che vi era di altra autoritá e prudenza per finirla.

Alcuni ancora restavano pieni d’ammirazione come fosse detto che fra le quarantadue proposizioni vi fossero errori de’ greci giá dannati. Ad altri pareva cosa nova che tante proposizioni in diverse materie di fede fossero state decise in Roma col solo conseglio delli cortegiani, senza parteciparne con li altri vescovi, universitá e persone letterate d’Europa.

Ma le universitá di Colonia e Lovanio, liete che per l’editto pontificio fosse dato colore al giudicio loro, abbruggiarono pubblicamente li libri di Lutero; il che fu causa che egli ancora in Vittemberga, congregata tutta quella scola, con forma di giudicio pubblicamente facesse abbruggiare non solo la bolla di Leone, ma insieme anco le decretali pontificie: e poi con un longo manifesto, pubblicato in scritto, rendesse conto al mondo di quell’azione, notando il papato di tirannide nella Chiesa, perversione della dottrina cristiana ed usurpazione

della potestá de’ legittimi magistrati.