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302 l'istoria del concilio tridentino


Ma tra tanto che il pontefice e l’imperatore preparavano contra luterani altro che anatemi, il dí seguente la sessione, 18 giugno, si fece congregazione, dove, dopo la solita orazione e invocazione dello Spirito Santo, lesse il secretario una scrittura per nome delli legati, formata col parere delli teologi principali, in quale si proponeva che, avendo per inspirazione divina dannato le eresie concernenti il peccato originale, l’ordine delle materie ricercava che fosse esaminata la dottrina delli moderni nel capo della grazia divina, la quale è la medicina del peccato, e tanto piú conveniva a seguir quell’ordine, quanto l’istesso è seguito dalla confessione augustana, quale era scopo del concilio condannar tutta. Ed erano pregati li padri e li teologi di ricorrere all’aiuto divino con le orazioni, ed esser nelli studi assidui ed esatti, risolvendosi in quel capo tutti gli errori di Martino. Imperocché egli dal principio, avendo preso ad oppugnar le indulgenze, vidde di non poter ottener l’intento suo senza distruggere le opere di penitenza, in defetto de quali le indulgenze succedono; e li parve buon mezzo per far questo quella sua non mai piú udita giustificazione per la sola fede; dalla quale poi ha cavato non solo che le buone opere non sono necessarie, ma anco una dissoluta libertá dell’osservazione della legge di Dio e della Chiesa; ha negato l’efficienza nelli sacramenti e l’autoritá delli sacerdoti, il purgatorio, il sacrificio della messa e tutti li altri rimedi per la remissione delli peccati. Onde per la via conversa, volendo stabilire il corpo della dottrina cattolica, conveniva distruggere quest’eresia della giustizia per la fede sola, condannar le biasteme di quell’inimico delle buone opere.

Letta la scrittura, li prelati imperiali dissero quanto piú era principale e importante il capo proposto, tanto dover esser con maturitá e opportunamente trattato; che la missione del Cardinal Madruccio al pontefice mostrava che fosse gran negoziazione in piedi, la qual conveniva avvertir di non sturbare, ma in questo mentre trattar alcuna cosa della riforma. I pontifici dall’altra parte inculcavano che non era dignitá interromper l’ordine incominciato di trattar insieme in ogni