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30 | l'istoria del concilio tridentino |
peggior del male, portando la riforma in consequenzia, l’aborriva. Andava pensando via e modo come far un concilio in
Roma o in qualche altro luoco dello stato ecclesiastico, come
il suo precessore ed esso avevano celebrato pochi anni inanzi
il lateranense con buonissimo frutto, avendo con quel mezzo
sedato il scisma, ridotto il regno di Francia ch’era separato,
e, quello che non era di minor importanza, abolita la pragmatica sanzione, doppiamente contraria alla monarchia romana,
sí perché era un esempio di levarli tutte le collazioni de’ benefici (gran fondamento della grandezza pontificia), come anco
perché era una conservazione della memoria del concilio basiliense, e per conseguente della soggezione del pontefice al
concilio generale. Ma non vedeva poi come un concilio di
quella sorte potesse rimediar al male, il quale non era nelli
principi e gran prelati, appresso i quali vagliono le pratiche
e gl’interessi, ma era nei popoli, con quali averebbe bisognato
usar realtá e vera mutazione.