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libro secondo - capitolo viii 385


blica autoritá, o ricevuto e confermato dall’uso comune, non debbe esser in potestá di ognuno, ma solamente del pontefice romano, come capo universale di tutta la Chiesa, mutarlo, quando per qualche novo rispetto convenga.

Per il terzodecimo, della intenzione del ministro, non potevano dissentire dal concilio fiorentino che l’ha per necessaria; ma che intenzione si ricerca, era difficile da esplicare, per la varietá delli sensi umani circa il valore ed efficacia delli sacramenti; per il che non può essere l’istessa intenzione di doi che abbiano diversa opinione. La risposta comune era che basta aver l’intenzione di fare quello che fa la Chiesa; la qual esposizione riponendo le difficoltá medesme (perché, per la varia openione degli uomini qual sia la Chiesa, anco l’intenzione loro nel ministrar il sacramento riuscirebbe varia), pareva che si potesse dire non esser differente, quando tutti hanno l’istessa mira di fare quello che da Cristo è stato instituito e la Chiesa osserva, se ben si avesse per vera Chiesa una falsa, pur che il rito di questa e di quella sia l’istesso.

In questo particolare dal vescovo di Minori fu proposto cosa degna d’esser commemorata qui, e da tutti riputata e stimata di gran considerazione. Egli disse che alli luterani, quali non danno altra virtú alli sacramenti che di eccitar la fede, la qual però può esser destata in altra maniera, poco importa ricever il vero sacramento; onde anco dicono che non sia necessario; e pur tuttavia hanno per inconveniente che la malizia dell’empio ministro, che non avesse intenzione di conferir il vero sacramento, possi nuocer, convenendo attendere quello che il fedel riceve, non quello che gli sia dato. Ma alli cattolici, che, secondo la veritá, danno al sacramento efficacia per donar la grazia a chi non pone impedimento, poiché rarissime volte occorre che per altro mezzo s’ottenga la grazia, li fanciulli certo e molti di poco senno non hanno la salute per altro mezzo. E gli uomini ordinari hanno cosí tenue disposizione, che senza il sacramento non mai sarebbe bastante. E quei pochi che, come fenici, hanno disposizione

perfetta, ricevono grazia maggiore per il sacramento; onde


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