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388 l'istoria del concilio tridentino


nel suo parere, anzi un anno dopo scrisse un libretto di questa materia, dove afferma che la sinodo tridentina fu del suo parere, e che secondo il senso suo si debbe intendere la determinazione del concilio.

Dell’ultimo articolo, per le cose dette negli altri, non vi fu difficoltá che da tutti non fosse condennato.

La materia del battesmo fu di maggior espedizione. Nel terzo articolo, di quello che è dato dagli eretici, tutti fondarono sopra la dottrina delle scole, ricevuta dal concilio fiorentino, che il sacramento ricerca materia, forma e intenzione; e che l’acqua è materia, forma l’espressione dell’atto nel nome del Padre, Figlio e Spirilo Santo, l’intenzione, di fare quello che la Chiesa fa. Onde fermarono la conclusione per indubitata, che hanno vero battesmo quegli eretici che convengono con noi in queste tre cose; e tanto asserivano aversi per tradizione apostolica, ed esser stato stabilito giá sino da Stefano primo, pontefice romano, principiando il terzo secolo, e approvato da tutta la Chiesa seguente; se ben li intendenti l’antichitá ben sanno che questo non fu il parer di Stefano, né in quei tempi si sapeva forma, materia o intenzione; e quel pontefice assolutamente sentí che non si dovevano battezzar li conversi da qualsivoglia eresia, non facendo eccezione di alcuna; anzi che in quei tempi gli eretici, fuor che pochi montanisti, erano gnostici che usavano stravaganti battesmi, per le esorbitantissime opinioni che avevano della divinitá e della persona di Cristo; e quei battesmi è certo che non avevano la forma usata ora, e nondimeno riceveva la chiesa romana allora a penitenza ogni sorte di eretico indifferentemente senza battezzarlo. Sí come li vescovi di Africa con quei di Cappadocia erano per diametro opposti, dicendo che conveniva rebattezzar tutti gli eretici, il concilio niceno tenne via di mezzo, statuendo che li catari non si rebattezzassero, ma sí ben li paulianisti e montanisti. La sinodo constantinopolitana numerò molti eretici che dovessero esser rebattezzati, e altri che fossero ricevuti col loro battesmo, in quali sarebbe cosa molto diffícile mostrare che usassero la nostra forma.