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68 l'istoria del concilio tridentino


nel manifesto sopra detto e appresso Paulo Giovio nella Vita del sopra nominato cardinale.

Nel colmo di questi tumulti venne il fine dell’anno, con pubblica espettazione e timore dove fosse per cadere tanta tempesta. Per il che nel seguente anno 1527 andarono in silenzio le negoziazioni di concilio, secondo l’uso delle cose umane, che nei tempi della guerra le provvisioni delle leggi non hanno luoco. Successero nondimeno notabili accidenti, i quali è necessario narrare per l’intelligenzia delle cose che succedettero dopo nella materia che noi trattiamo. Imperocché, pretendendo il viceré di Napoli che il pontefice, col procedere contra i colonnesi, avesse violata la tregua, e incitato dal cardinale e altri di quella famiglia, ritornò a rinviar le genti sue verso Roma; e dall’altro canto ancora Carlo di Borbone, capo dell’esercito imperiale in Lombardia, non avendo da pagar l’esercito e temendo che si ammutinasse o almeno dileguasse, volendolo in ogni maniera conservare, s’inviò verso lo stato ecclesiastico; al che anco era incitato efficacemente da Giorgio Fronsperg, capitano tedesco: il qual aveva condotto in Italia un numero di tredici in quattordici mila soldati di Germania, quasi tutti aderenti alle opinioni di Lutero, non con altra paga che con avergli dato un scudo per uno del suo proprio e promesso di condurli a Roma, mostrandogli la grand’occasione di predare e farsi ricchi in una cittá dove cola l’oro di tutta Europa.

Nel fine di gennaro Borbone passò il Po con tutta questa gente e s’inviò verso la Romagna; della qual mossa Clemente ebbe molta perturbazione, considerando la qualitá della gente e le continue minacce di Fronsperg, che appresso all’insegna faceva portar un laccio, dicendo con quello voler impiccar il papa, per inanimir li suoi a star uniti e sopportar di camminare, ancorché non pagati. Le qual cose tutte indussero il pontefice a dar orecchie a Cesare Fieramosca napolitano, il quale, di novo venuto di Spagna, li aveva portato una longa

lettera di Cesare piena di offerte: e fattogli fede che l’imperatore aveva sentito male l’ingresso de’ colonnesi in Roma