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76 | l'istoria del concilio tridentino |
altri principi, dicendo che non conveniva partirsi dal decreto
fatto nell’anterior dieta, nel quale fu concesso a ciascuno la
propria religione sino al concilio; il qual decreto, essendo fatto
di comun consenso di tutti, non si poteva se non con comun
consenso mutare. Che nella dieta di Norimberga fu molto
chiaramente veduta l’origine e causa delle dissensioni, ed il
medesimo pontefice la confessò, al quale furono mandate le
domande ed esplicati i cento gravami; né per questo si era
veduta alcuna emendazione. Che in tutte le deliberazioni sempre
era stato concluso non esser via piú espediente per levar le
controversie che il concilio; quale mentre s’aspetta, l’accettar
il decreto fatto da loro sarebbe un negar la parola di Dio
pura e monda; e il concedere la messa, rinnovar li disordini.
Che lodavano ben quella particola di predicar l’Evangelio
secondo l’interpretazioni approvate dalla Chiesa, ma però restava in dubbio qual fosse la vera chiesa. Che il stabilir un
decreto cosí oscuro era aprir la strada a molte turbe e controversie: e però che in nessun modo volevano assentir al
decreto, e del suo parer n’averebbono dato conto a tutti, e a
Cesare ancora. E mentre che si dará principio ad un concilio
generale di tutta la cristianitá, o vero nazionale di Germania,
non faranno cosa che con ragione possi essere reprobata.
A questa dichiarazione si congionsero quattordici cittá principali di Germania, e da questa venne il nome de «protestanti», col quale sono chiamati quelli che seguitano la religione rinnovata di Lutero; imperocché questi principi e cittá diedero fuora la loro protesta e appellazione da quel decreto a Cesare e al futuro concilio generale, o vero nazionale di Germania, e a tutti li giudici non sospetti.
E perché si è fatta menzione della differenzia d’opinione nella materia dell’Eucarestia tra Lutero e Zuinglio, è ben narrar qui come, essendo principiata la rinnovazione della dottrina in doi luochi e da due persone independenti l’una dall’altra, cioè da Lutero in Sassonia e da Zuinglio in Zurich, essi furono concordi in tutti li capi della dottrina sino al 1525;
ed allora nell’esplicar il ministerio del santissimo sacramento