Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/149

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libro quarto - capitolo iv 143


E se ben si fidava delle promesse di Cesare fattegli inanzi la convocazione del concilio, e replicate tante volte (e ne vedeva effetti, perché gli ambasciatori imperiali raffrenavano li spagnoli quando mostravano troppo ardire in sostentar l’autoritá episcopale), e li interessi comuni contra il re di Francia persuadevano a credere che dovesse perseverare, nondimeno, essendogli alle orecchie penetrato qualche cosa trattata in Germania, aveva anco alcuna gelosia che, o per necessitá o per qualche grand’opportunitá che gli affari potessero portare, non mutasse opinione. Prese però in se medesimo confidenza, considerando che se la Germania passava a guerra, non si sarebbe tenuto conto di concilio; durante la pace, che egli aveva gli ecclesiastici tedeschi dalla parte sua e li prelati italiani, il numero de’ quali gli era facile aumentare spingendo lá tutti quelli che erano in corte; e il legato ben risoluto, e che pieno di speranza di papato opererebbe come per se medesimo; e il noncio sipontino affezionatissimo alla persona sua; e finalmente esser sempre aperto l’adito di riconciliarsi con Francia, cosa da quel re desiderata: col mezzo del quale, e delli prelati del suo regno, poteva ovviar ad ogni tentativo che contra l’autoritá sua fosse fatto.

Rispose al legato che poca instruzione poteva dar di piú a lui, che era stato non solo consapevole, ma anco autor principale delle trattazioni passate nel formar la bolla della convocazione; raccordassesi che studiosamente furono approvate in quella le cose decretate sotto Paulo; che fu detto al pontefice appartenere non solo il congregare, ma l’indrizzar li concili e presedervi col mezzo de’ ministri suoi; non lasciasse fare alcun fòro pregiudiciale ad alcuna di queste: del rimanente si governasse sul fatto; raccordandogli di fuggire li consegli medi e li temperamenti come la peste, quando d’alcuna di esse si tratterá; ma immediate che la difficoltá nasca, debbi romper affatto, senza aspettare che li avversari abbiano adito di penetrare. Che non voleva caricarlo di addossarsi translazione o dissoluzione del concilio; ma quando avesse veduto il bisogno, avvisasse in diligenza. Del rimanente mettesse sempre