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194 l'istoria del concilio di trento


scola, né in pubblico né in privato, legger altro catechismo che quello, poiché per diverse tal operette che andavano attorno era stata depravata assai la religione in quei paesi. Riuscí questa ordinazione con molto disgusto della corte romana, che non fosse stato mandato al pontefice per esser approvato con l’autoritá sua, o vero almeno non fosse uscito sotto nome dei vescovi della regione; ma che il principe secolare si assumesse ufficio di far componer e di autorizzar libri in materia di religione, e massime con nome di catechismo; che altro non mostrava, se non che all’autoritá secolare appartenesse il deliberare quale religione il popolo dovesse tener e qual repudiare.

Finiti li due anni della suspensione del concilio, si trattò in consistoro quello che si doveva fare; perché, quantonque nel decreto vi fosse la condizione che ritornasse il concilio in vigore se gl’impedimenti fossero levati (li quali duravano per le guerre di Siena, di Piemonte e altre tra Cesare e il re di Francia), nondimeno pareva che restasse aperta una porta ad ogni inquieto di poter dire che quelli non fossero bastanti impedimenti che il concilio s’intendesse rimesso in piede, onde fosse bene far una nova dichiarazione e levarsi di quei pericoli. Ma altri piú prudenti consegnarono che non si movesse il male quando è in quiete; mentre che il mondo taceva, mentre che nissun principe né populo dimandava concilio, non era bene, col farne motivo o col mostrar di temerne, eccitar alcuno a richiederlo: e questo conseglio prevalse, e fece risolver il pontefice a non parlarne mai piú.

Ma del 1555 si fece dieta in Augusta, intimata da Cesare principalmente per sedar le controversie della religione, per esser questo il fonte di tutte le perturbazioni e calamitá di Germania, con perdita non solo della vita di molti migliara d’uomini, ma dell’anima ancora. Fece principio della dieta Ferdinando per nome dell’imperatore al 5 di febbraro; dove con una longa proposizione mostrò il lamentevole spettacolo della Germania, dove gli uomini d’un istesso battesmo, d’una stessa lingua e un istesso Imperio si vedevano distratti in tanta