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libro quinto - capitolo ii 209


ficio concesso a quelli della confessione augustana, esponendo al re che li flagelli de’ turchi sono visite di Dio per invitar all’emenda della vita; che invano si pigliano le armi contra il nemico, non pacificata prima l’ira di Dio, quale vuol esser onorato secondo il suo prescritto, non a capricci umani. Supplicavano di non esser di peggior condizione degli altri germani, e che li ministri della Chiesa potessero insegnar e distribuir li sacramenti secondo la dottrina evangelica e apostolica; e che li maestri di scola non fossero sbanditi, se non conosciuta la causa per giustizia: con questo offerendosi di far tutto quello che li fosse stato in piacere, con la vita e roba.

Al che Ferdinando rispose che a lui non era lecito concederli quanto dimandavano, non per mancamento di volontá di gratificarli, ma perché era obbligato ubidir alla Chiesa; che egli e Cesare avevano sempre detestate le discordie della religione, per rimediar a che avevano anco instituito diversi colloqui, e finalmente procurato il concilio di Trento; quale se non ha sortito esito felice, non dover esser a loro imputato, sapendosi con che consegli e artefici sia stato da altri impedito; essersi doppoi fatto l’editto a favore della confessione augustana, del quale essi erano molto ben partecipi, perché in quello si diceva che ogni principe non ecclesiastico potesse elegger qual delle due religioni li piacesse, e il populo dovesse seguitar quella del suo principe, della quale se alcuno non si contenta, ha libertá di vender li suoi beni e andar dove li piace. Per il che il loro debito esser di rimaner nella vecchia religione cattolica che egli professa; ma per condescender alli loro desideri, per quanto poteva, si contentava di suspender quella parte del suo editto toccante la comunione del calice, con tal condizione però, che non mutassero alcun’altra cosa nelle leggi e ceremonie della Chiesa sino al decreto della futura dieta; e non desiderando niente di piú, contentarsi di concorrere prontamente alle contribuzioni contra il nemico.

Li bavari ancora ricercavano il suo duca di libertá di

religione, dimandando la libera predicazione dell’evangelio,


Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - ii 14