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254 l'istoria del concilio di trento


con la regina madre, e col contestabile, e col marescial di Sant’Andrea. Li diede appresso commissione di tener del tutto avvisata la duchessa di Parma nei Paesi Bassi, e il Vargas suo ambasciatore a Roma. Avvisò anco il pontefice dell’efficace ufficio, che mandava a fare, per persona espressa, e il bisogno che giudicava dover avere quel re di aiuto. A questo aggionse la necessitá in che si ritrovava egli medesimo, avendo l’anno inanzi perduto venti galere e venticinque navi andate in mano de’ turchi, e la fortezza delle Gerbe da loro presa per forza, accidenti che lo costringevano ad accrescere l’armata. E però richiedeva che Sua Santitá li concedesse sussidio gagliardo sopra le chiese e benefici delli suoi regni.

Ma in Francia la proposta di assaltar Genéva non fu ben sentita, parendo che fosse un insospettir gli ugonotti (cosí chiamavano li riformati) e provocarli ad unirsi; oltre che a quella guerra non sarebbono andati se non cattolici, e s’averebbe lasciato piú aperto il regno alli contrari. Il provocar anco li svizzeri, protettori di quella cittá, non pareva sicuro, per ogni occorrenza di bisogno che potesse venir alla corona; però al noncio non risposero con altra considerazione, se non che, mentre tante confusioni affliggevano il regno internamente, non era possibile attender alle cose di fuori. Ma quanto al concilio nazionale fu l’istessa risposta al Toledo e al noncio: che il re era deliberato conservar sé e il suo regno nell’unione cattolica; che non disponeva di far concilio nazionale per separarsi, anzi per unir li sviati alla Chiesa; che molto piú gli piacerebbe e sperarebbe maggior profitto dal concilio generale, quando li bisogni suoi urgenti permettessero che si aspettasse il tempo, per necessitá molto longo; che il concilio nazionale, qual ricerca, lo vuol dependente dalla sede apostolica e dal pontefice; e se in quel mentre il generale si congregherá, il suo cesserá e s’incorporerá con quello. E per corrisponder alle parole con effetti, ricercò il pontefice che mandasse in Francia un legato, con facoltá di congregar li vescovi del regno per trovar modo di assettar le cose della religione.