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262 l'istoria del concilio di trento


contribuzione al re, se non levava li soldati spagnoli dal paese. In fine constretto li levò: né per questo vollero contribuire, ma solo pagar essi gente del paese per guardia dei luochi, independente dalli ministri regi. Il re ogni cosa sopportava, essendo certo che ad ogni minimo risentimento averebbono preso il pretesto della religione; ed egli disegnava di sopportar, aspettando che quell’ardore prima si estinguesse; e massime che si scoprí in questi tempi che anco in Spagna non erano ben estinte le semenze delle opinioni nove, che restavano coperte per timore; e che in Savoia similmente erano suscitati degli altri eretici, oltre li vecchi valdesi.

Ma sopra tutte le cose dava grandissima molestia alla corte romana che, avendo il pontefice fatto parlare al re di Boemia per Marco d’Altems suo nepote, che fu poi cardinale, persuadendolo per nome di Sua Santitá ad esser buon cattolico, con molte promissioni di onori e comodi, accennandoli la successione dell’Imperio, la qual se li difficulterebbe quando altramente facesse; ebbe risposta dal re che ringraziava Sua Santitá, ma che egli aveva piú cara la salute dell’anima sua che tutte le cose del mondo. La qual risposta in Roma dicevano esser formula di parlar da luterano, e veniva intesa per un’alienazione dall’obedienzia di quella Sede, e discorrevano sopra quello che sarebbe seguito, morto l’imperatore.

Mentre questi accidenti travagliano l’animo del pontefice, li sopravvenne nova che li ugonotti suoi sudditi nelle terre di Avignone s’erano congregati e messo in disputa se potevano pigliar le armi contra il pontefice, essendo loro patrone in temporale; e risoluto che potessero farlo, per non esser egli legittimo signore (sí perché quel contato non era stato giuridicamente levato a Rimondo conte di Tolosa, come anco perché gli ecclesiastici per precetto di Cristo non possono aver dominio temporale), e risoluta la ribellione per mezzo di Alessandro Guilotimo giurisconsulto, si posero sotto la protezione di Carlo di Montbrun, che aveva preso l’arme per la religione ed era di gran seguito in Delfinato: il quale entrò nel contato con tre mila fanti e s’impatroní di tutto il paese,