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310 | l'istoria del concilio di trento |
per tirarlo nell’opinione medesma, fu autore alla regina che
desse orecchie alle proposizioni sue, e concedendoli qualche
cosa l’acquistasse per questa e altre occasioni. Aveva il cardinale proceduto con ciascuno, anco della contraria religione,
con tanta dolcezza e placidezza che s’era acquistato la benevolenza de molti che gli facevano da principio opposizione;
onde esaminati li negozi, e col parere delli piú intimi del
conseglio, fu concesso per un brevetto del re che li capitoli
di Orléans spettanti alle cose beneficiali restassero suspesi, e
il legato potesse esercitare le facoltá, avendo però egli a parte
per scrittura di sua mano promesso che egli non le userebbe,
e che il papa averebbe provveduto a tutti gli abusi e disordeni
che si commettono nella collazione de’ benefici e nell’espedizione delle bolle in Roma. Con tutto ciò ricusò il cancellier
di sottoscrivere e sigillar il breve, secondo lo stile del regno;
né essendo possibile rimoverlo dalla sua risoluzione, convenne
che fosse sottoscritto di mano della regina, del Navarra e delli
principali officiali della corona in supplemento. E restò contentissimo il legato, piú intento alla conservazione dell’onor
suo che al vero servizio di chi lo mandò; e per questo favore
ottenuto si lasciò condur a lodar il conseglio della comunione
e scriverne a Roma; il che però fece con tal temperamento,
che né il papa né la corte potessero restar di lui disgustati.
Il fine della radunanza di Poissi fu che li prelati concessero al re di valersi delli stabili delle chiese, vendendone per cento mila scudi, purché vi intervenisse il consenso del papa. Commise il re all’ambasciator suo in Roma di farne instanza, mostrando la necessitá e utilitá; il che l’ambasciator eseguí a ponto quando il giorno inanzi aveva il pontefice ricevuto littere dal Cardinal di Ferrara che davano conto delle difficoltá superate, avendo ottenuto la suspensione delli capitoli di Orléans contra la libertá ecclesiastica, e licenza di usar la facoltá di legato: cose tanto piú ardue da ottenere, quanto dal medesmo cardinale di Lorena, da chi aspettava favore, li fosse da principio fatta opposizione. E dava intiera relazione dello stato della religione in Francia, e del pericolo che si estin-