Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/473

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libro sesto - capitolo ix 467


che, non abbandonata la fede ortodossa, son infermi di conscienzia, quali non si possono aiutare se non soccorrendoli con questa permissione. Che la Maestá cesarea è costretta far continua guerra con turchi, la qual non può sostenere se non a comuni spese della Germania; la qual subito che si parla di contribuire, entra a parlare della religione, e dimanda principalmente l’uso del calice; il qual se non si concede, levando con questo le controversie, bisogna aspettare che non solo l’Ongaria, ma la Germania ancora siano occupate da barbari, con pericolo anco delle provincie confinanti. Che la Chiesa ha sempre costumato di abbracciar quei riti che sono contrari alle nove eresie; per il che è bene abbracciar questo partito, che dimostra la fede della veritá della santissima eucaristia contra i sacramentari. Non esser bisogno, come alcuni richiedevano, di un procuratore mandato espresso per nome di quelli che fanno la dimanda, come fu nel concilio basiliense, perché allora essendo solo tutto un regno che richiedeva la grazia, poteva mandar procuratore; ma adesso non è un popolo o una nazione sola, ma un infinito numero disperso in diverse nazioni. Né doversi alcuno maravigliare che la petizione sia prima stata presentata e non impetrata dal pontefice, perché il papa prudentemente aveva remesso il tutto alla sinodo, per serrar la bocca agli eretici che non vogliono ricever le grazie di quella Sede, e per non parer di derogare all’autoritá del concilio di Costanza; essendo conveniente che l’uso del calice, levato da un concilio generale, fosse permesso per difinizione d’un altro; e ancora per dar riputazione alla sinodo, alla quale era conveniente rimetter questa deliberazione atta a levar le discordie della Chiesa. Ma bene che egli aveva lettere da Roma che il papa reputava la dimanda onesta e necessaria, e pigliava in buona parte che se ne facesse instanzia al concilio. Poi presentò l’articolo sopra il calice, come desiderava fosse trattato; e conteneva in sostanza che fosse conceduto agli stati dell’imperatore, in quanto comprendono la Germania tutta e l’Ongaria. Quale leggendosi in congregazione, si eccitò strepito de prelati; e si vidde, in molti, segni