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504 l'istoria del concilio di trento


restringere la facoltá ad uno per commetterla al medesmo? Apparir ben chiaro che a Roma con le reserve delle dispense non si vuol altro se non che le sue bolle siano levate: poiché, questo fatto, giudicano esser il meglio che l’opera sia, piú tosto che da altri, eseguita da chi potrebbe eseguirla, se non fosse vietato. Diverse altre opposizioni erano fatte da quei che volentieri giudicano le azioni altrui tanto piú prontamente, quanto vengono da piú eminenti persone; le qual per non esser di gran momento, non sono degne di istoria.

Il pontefice, ricevuto avviso della sessione tenuta e delle cose successe, sentí allegrezza, come liberato da gran molestia che riceveva, temendo che nella contenzione del calice non fosse tirata in disputa la sua autoritá. E poiché era aperta via di quietar le differenze con rimetter a lui le cose contenziose, entrò in speranza che l’istesso potesse farsi nell’articolo della residenza e in qualunque altro che venisse controverso, e metter presto fine al concilio. Ma due cause prevedeva che potevano attraversar il suo disegno. L’una, la venuta del Cardinal di Lorena con li prelati francesi, la qual molto li premeva, massime per li concetti vasti di quel cardinale molto contrari alle cose del pontificato, cosí incarnati che non aveva potuto nasconderli: al che non vedeva rimedio alcuno, se non facendo che gl’italiani superassero di tanto gran lunga gli oltramontani, che nelli voti li facessero passar per numero non considerabile. Per qual effetto sollecitava continuamente tutti li vescovi, se ben titolari o che avevano rinonciato, che dovessero andar a Trento, somministrando le spese e caricandoli di speranze. Pensò anco di mandare numero di abbati, come in qualche altro concilio s’era fatto: ma ben consultato, giudicò esser meglio non mostrar tanta affezione e provocar gli altri a far l’istesso. L’altro attraversamento temeva per li pensieri che scorgeva in tutti li principi di tener aperto il concilio senza far niente: l’imperator per gratificar li tedeschi e averli favorevoli ad elegger il figlio re dei romani; il re di Francia per far il fatto suo con li medesimi e con li suoi ugonotti.

Ponderava anco molto l’introduzione di far congregazione d’ambasciatori; li pareva un concilio de secolari nel mezzo