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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/520

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514 l'istoria del concilio tridentino
Capitolo VI (gennaio-marzo 1561) |||
 p. 278

[Convegno protestante di Naumburg: decisione contraria al concilio comunicata all’imperatore. — Ferdinando consiglia i legati papali a recarsi a quel convegno, dove vengono rudemente trattati. — Inutile loro missione presso le cittá e principi tedeschi. — La regina Elisabetta vieta al legato Martinengo di passare in Inghilterra. — Risposta dei sovrani alla bolla. Ferdinando insiste per la «nuova indizione» e il riesame delle materie giá trattate. Analoghe richieste del re di Francia e sue lagnanze. — Gli Stati generali convocati in Orléans decidono riforme religiose lesive della libertá ecclesiastica. — Filippo II si lagna che nella bolla non sia chiaramente affermata la «continuazione» del concilio e la irrevocabilitá delle decisioni precedenti. — Disapprova anche che il papa abbia ricevuto l’inviato del re di Navarra. — Per timore d’interventi stranieri Pio IV avoca a sé il giudizio sopra una questione di precedenza fra il granduca di Toscana e il duca di Ferrara.]

Capitolo VII (marzo-agosto 1561) |||
 p. 287

[Nomina dei primi legati al concilio: i cardinali Gonzaga e Del Pozzo. — La Francia finisce con l’aderire in massima al concilio in Trento, come pure Filippo II e Sebastiano re di Portogallo. — Insistenza di Pio IV perché i prelati italiani raggiungano Trento. — Riuscito vano lo sforzo di sottometterli, il duca di Savoia fa la pace coi valdesi, concedendo libertá di culto. Malcontento del papa. — Timori di Pio IV per la situazione religiosa in Francia: legazione del cardinale d’Este. — Il re scopre che i cattolici brigano per aver l’aiuto di Filippo II contro gli ugonotti. — Editto regio favorevole a questi, contrariato dal parlamento. — Editto di luglio: convocazione d’una conferenza di prelati a Poissy. — Il papa cerca di ostacolarla o di limitarne Fazione mediante il legato. — Nell’assemblea degli Stati a Pontoise la nobiltá ed il terzo stato si oppongono ai privilegi religiosi e insistono per un concilio nazionale. — In una lettera a Pio IV la reggente espone tutto un programma di riforma religiosa d’intonazione protestante. — Fiducia del papa nell’azione conciliare. — Provvedimenti per ottenere la maggior partecipazione dei prelati italiani. — Difficoltá incontrate in Scozia dalla regina Maria Stuarda.]

Capitolo VIII (agosto-dicembre 1561) |||
 p. 299

[Urto fra cattolici e calvinisti alla conferenza di Poissy. Discorsi del re, dell’Hôpital, del Tournon, del Beza, del Lorena, del Despence, del Lainez. — Sodisfazione del papa per l’insuccesso di quella. — Contrastata azione del cardinale d’Este per far annullare l’editto d’Orléans e per sostenere le ragioni della Chiesa. — Filippo II, non senza minacce, insiste perché Caterina interrompa la tolleranza verso gli ugonotti, preoccupato anche della loro potenza nei Paesi Bassi. — Pio IV si oppone a che la legazione d’Avignone passi al cardinale di Borbone,