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52 l'istoria del concilio di trento


del concilio rispose parole generali, non essendo ancora in se stesso risoluto. E di questo medesmo parlò col cardinale di Ghisa, che doveva tornar in Francia, con la medesma irresoluzione, ma ben affermando che non sarebbe passato a farlo, se non comunicato prima ogni cosa col re di Francia. E al cardinale Paceco, che spesso ne tenne con lui proposito, e agli altri imperiali diceva che sarebbe stato facilmente d’accordo con l’imperatore in questo particolare tutte le volte che si camminasse con sinceritá, e che il concilio si dovesse far per confondere gli eretici, per favorire le cose dell’imperatore e non per disfavorire la sede apostolica; sopra che aveva molte considerazioni che a suo tempo averebbe fatto intendere a Sua Maestá. Diede presto saggio qual dovesse esser il suo governo, consumando li giorni intieri nelli giardini, e disegnando fabbriche deliciose, e mostrandosi piú inclinato alli diletti che alli negozi, massime che avessero congionta qualche difficoltá. Le quali cose avendo accuratamente osservato don Diego ambasciator cesareo, scrisse all’imperatore che sperava dover riuscire facilmente ogni negoziazione che Sua Maestá avesse introdotta col papa, imperocché, come vago de diletti, s’averebbe fatto far tutto quello che l’uomo avesse voluto, mettendogli paura.

Si confermò maggiormente l’opinione che il papa dovesse riuscire piú attento agli affetti privati che alle pubbliche esigenze, per la promozione che fece il dí 31 maggio d’un cardinale, a cui diede, secondo il costume usato, il suo cappello. Essendo Gioanni Maria di Monte, ancora vescovo sipontino, al governo della cittá di Bologna, ricevette nella sua fameglia un putto, piacentino di nazione, dei natali del quale non è passata notizia al mondo. A questo prese tanto affetto, quanto se gli fosse stato figlio. Vi è memoria che, essendo quello infermato in Trento di morbo grave e longo, con opinione de’ medici che dovesse condurlo a morte, per conseglio loro lo mandò in Verona per mutar aria; dove avendo ricuperato la sanitá, e ritornando in Trento, l’istesso giorno del

suo arrivo usci il legato dalla cittá per diporto, accompagnato