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CAPITOLO VIII

(gennaio 1563).

[Gli ambasciatori francesi presentano ai legati un piano di riforma, che viene comunicato a Roma a mezzo del Gualterio. — Malcontento degli imperiali per essersi trascurate le loro proposte precedenti.—Tenore dei trentaquattro articoli francesi. — Informato dal Visconti, il papa consulta la congregazione conciliare e trasmette al concilio, modificati, i canoni sull’istituzione dei vescovi e la residenza. — Scontento delle richieste di riforma francesi comunicategli dal Gualterio, Pio IV fa presente a quel re l’opportunitá d’una diretta trattazione con Roma. — Rinvio al concilio degli articoli modificati, previo parere della congregazione romana. — Propositi di riforma di Pio IV. — Opposizione degli spagnoli e dei francesi alla formula papale dell’istituzione.— Si riparla della residenza. — I contrasti fanno sospendere le congregazioni. — Lagni dei francesi a Trento ed a Roma per la poca libertá lasciata al concilio: minaccia d’indire un concilio nazionale. — Per timore d’un segreto accordo fra spagnoli, imperiali e francesi, i legati inviano il Commendone all’imperatore. — Azione dei legati per impedire il disgregarsi del concilio. Il ritorno del Visconti contribuisce a riportare la calma. — L’arrivo dell’ambasciatore sabaudo offre occasione di riprendere le congregazioni. — Uffici del Vigerio presso il Lorena, il quale insiste nelle opposizioni fatte dai francesi. Anche gli spagnoli persistono nel loro atteggiamento. — Di fronte alle gravi difficoltá i legati, non senza incontrare forti contrasti, prorogano la sessione al 22 aprile.]

L’anno 1563 ebbe principio in concilio con l’atto della presentazione che li ambasciatori francesi fecero delli capitoli della riforma, che alti legati e a tutti li pontifici parvero molto ardui: nelli particolari, massime dove si trattava di alterar li riti della chiesa romana, e dove erano toccati gli emolumenti e dritti che la sede apostolica riceve dalle altre Chiese. E gli ambasciatori alla presentazione aggionsero la solita appendice, per non chiamarla protesta, cioè che se quelle