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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/18

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12 l'istoria del concilio tridentino


li fondamenti per far una cosí nobil fabbrica, il campo allora esser aperto, che si parlava del sacramento dell’ordine, se sará determinato che l’autoritá episcopale sia da Cristo instituita, ché da questo si tirerá in consequenza che non può esser diminuita, e si renderá alli vescovi quello che, datogli da Cristo, per ambizione e avarizia d’altri e negligenza loro gli è stato usurpato. Aggionse Braganza che tanto piú era necessario, quanto l’autoritá episcopale è ridotta a niente, e fatto un ordine superiore alli vescovi, incognito nel passato alla Chiesa, quello cioè de’ cardinali, li quali nelli primi tempi erano stimati nel numero degli altri preti e diaconi, e solo dopo il decimo secolo s’innalzarono oltre il debito grado; ma non tanto che ardissero uguagliarsi alli vescovi, de’ quali furono riputati inferiori anco sino al 1200. Ma dopo s’hanno non solo pareggiato, ma esaltati sopra, sí che al presente tengono li vescovi sino per servitori nelle loro case: né mai la Chiesa sará riformata, sin che li vescovi e li cardinali non siano ridotti al loco debito a ciascuno.

Furono queste proposte udite con applauso, e giudicati ottimi li discorsi; onde vennero in risoluzione di eleggere sei di loro, che adunassero in scritto le cose necessarie e opportune, cosí in generale per la riforma, come in particolare per questo capo dell’instituzione de’ vescovi, donde disegnavano incominciare. Furono nominati esso Granata, Gaspar Cervante arcivescovo di Messina, il vescovo di Segovia, Martino di Cordova vescovo di Tortosa. Il qual fu causa che non si passasse piú oltre; perché, intendendosi egli in secreto con li pontifici, si scusò dall’accettar il carico, allegando prima la propria insufficienza, e il tempo che a lui non pareva intieramente opportuno, soggiongendo che il Cinquechiese non era mosso da pietá, e non aveva altro fine che di valersi di loro per constringere il papa con questo mezzo di riforma a conceder l’uso del calice, al quale essi erano stati contrari. E vedendosi fatta qualche disposizione di audienza, fece tanto e tanto persuase, che non si passò piú oltre, ma s’interpose dilazione. Non però si differí longamente, perché il seguente giorno Granata, Bra-