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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/186

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180 l'istoria del concilio tridentino


Il pontefice, confrontate le proposte fattegli da tutti gli ambasciatori con quello che era avvisato esser detto dal Cardinal di Lorena, tanto piú fermò nell’animo suo di non dover consentire alle proposizioni di riforma date da’ francesi. E veramente non solo una persona di gran spirito e molto versato nei negozi, come il pontefice era, ma ogni mediocre ingegno averebbe scoperto l’artificio ordito per tirarlo, quando fosse stato incauto, nella rete. Considerava non altro significar il dire che si dechiari quale delle petizioni non li piacciono, lasciando deliberar le altre, se non lasciar aprir la strada con quelle, per introdur doppoi le altre che fossero in suo pregiudicio. E chi poteva dubitare che l’ottener le prime fosse non fine, ma grado per passar dove si mirava? E il relasciare li precetti ecclesiastici spettanti alli riti, come la comunione del calice, il celibato de’ preti, l’uso della lingua latina, parere in primo aspetto che non possino derogar all’autoritá pontificia; nondimeno qualunque di questi riti, alterato, causerebbe immediate la total destruzione dei fondamenti della chiesa romana. Esser alcune cose che nel primo aspetto paiono potersi admetter senza diminuzione dell’autoritá; ma l’uomo prudente dover avvertire non tanto li principi, quanto li termini delle cose. Per queste ragioni risoluto di non camminar per la via di ceder a questi primi passi, e datosi a pensare che altri rimedi vi fossero, ritornò nei primi pensieri che il re di Spagna non aveva né interesse né affetto proprio per proseguir le instanzie fatte; che l’imperatore e li francesi vi mettevano pensiero grande, sperando con quei mezzi satisfar ai loro popoli e quietar le discordie civili. E quando questi fossero capaci che gli eretici inculcano la riforma per pretesto di mantenersi separati dalla Chiesa, ma non si ridurrebbono però, quando anco fosse perfetta, considerò che, fatti li principi capaci di questo, averebbono cessato dall’instanzia e lasciato finir quietamente il concilio. Si voltò tutto a tentar di superar per questa strada le difficoltá. E ben considerati tutti li rispetti, gli parve piú facile persuader l’imperatore, come quello che solo poteva