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208 | l'istoria del concilio tridentino |
congregazione due cose notabili successero. Una fu la contenzione se apparteneva alli legati o vero al concilio il deliberare se li procuratori dei vescovi dovevano esser admessi in
congregazione, come detto abbiamo che da Lansac fu ricercato. Li prelati francesi defendevano che li legati non avessero altra prerogativa se non d’esser primi, e separatamente
dalli padri del concilio non s’intendessero aver autoritá alcuna.
Allegavano il concilio basiliense e altri documenti dell’antichitá. Per l’altra parte si diceva che non può esser legittimo
concilio se non congregato dal papa, e che a lui solo appartiene il determinare chi debbia intervenire e chi debbia aver
voto in quello. Che il dar questa facoltá al concilio sarebbe
un dargli autoritá di generar se stesso. Dopo qualche contenzione la materia restò indecisa. E venendosi a dar li voti
sopra la corrente degli abusi dell’ordine, successe l’altra, che
il vescovo di Filadelfia fece una longa e grande esclamazione
che li cardinali vogliono li vescovati e poi non vi mantengono manco un suffraganeo. La qual cosa fu da buona parte
derisa, come che quel vescovo, essendo titolare, parlasse per
interesse suo e de’ suoi simili.
Nella congregazione delli 21 maggio fu ricevuto il conte di Luna, il quale differí li quaranta giorni dopo l’arrivo suo per le difficoltá della precedenza con gli ambasciatori francesi. Tra tanto vi furono diverse consulte come accomodarla, né mai fu possibile che li francesi volessero contentarsi che avesse altro luoco se non di sotto e appresso di loro; onde pensò di fermarsi in piedi nel mezzo del luoco tra gli ambasciatori imperiali, che avevano ordine dal patrone d’accompagnarlo e starsene appresso a lui sin tanto che si facesse l’orazione, e subito finita tornarsene a casa. Ma parve che fosse con poca dignitá del re: però si diede a far opera che li francesi si contentassero di non andar in congregazione quel giorno che doveva esser ricevuto; né acconsentendo essi, pensò di constringerli a questo, con fare che da qualche prelato spagnolo fosse dimandato che li ambasciatori secolari non intervenissero nelle congregazioni, poiché nelli antichi concili non erano