Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/239

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libro ottavo - capitolo ii


concilio non fosse aperto adito a quella dottrina, e a questo tanto conveniva che tutti mirassero; al qual fine piú facilmente sarebbono pervenuti, passando le cose con silenzio, e cosí lasciandole andar in oblivione, ché contradicendole averebbono fatto qualche pregiudicio alla veritá. Si quietarono, ma non sí che nelli privati congressi non se ne parlasse assai.

Ma li legati accomodarono li dui capi dell’instituzione de’ vescovi e della residenzia con parole cosí generali, che davano sodisfazione ad ambe le parti, e in maniera che piacquero anco a Lorena. Ma avendoli dopo consultati con li teologi pontifici e alquanti prelati canonisti, questi fecero opposizione che pativano interpretazione pregiudiciale all’autoritá della sede apostolica e alli usi della corte. Il vescovo di Nicastro, che molte volte aveva conteso di quella materia a favore delle cose romane nelle congregazioni, diceva apertamente che con quella forma di dire s’inferiva che tutta la giurisdizione delli vescovi non proveniva dal papa, ma una parte di essa da Cristo immediate, la qual cosa non era da tollerare in modo alcuno. Il medesmo sostenevano gli altri pontifici, interpretando in sinistro ogni parola, se apertamente non si diceva li vescovi aver tutta la giurisdizione dal papa. Per il che li legati mandarono li capitoli cosí riformati al pontefice, non tanto acciocché a Roma fossero esaminati, quanto anco per non propor in materia di tanta importanza cosa non saputa dal pontefice. Li quali veduti ed esaminati dalli cardinali preposti a questi negozi, giudicarono che quella forma bastasse per far tutti li vescovi nella propria diocesi uguali al papa. E il pontefice riprendeva li legati che gliel’avessero mandata, poiché sapeva molto bene la maggior parte nel concilio esser buoni cattolici e devoti della chiesa romana, e di questi confidandosi, si contentava che le proposizioni e resoluzioni fossero deliberate in Trento senza sua saputa; ma non doveva però esso acconsentire ad alcuna cosa pregiudiciale, per non dar cattivo esempio a loro ed esser causa che essi ancora vi assentissero contra la loro conscienzia.