Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/269

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libro ottavo - capitolo iv


prio; ma per virtú di qualsivoglia privilegio non siano dati due ordini sacri in un giorno.

XIV. Al presbiterato non sia ordinato, se non sará diacono esercitato nel ministerio almeno per un anno, e trovato idoneo ad insegnar il populo e amministrar li sacramenti; e abbia cura il vescovo che questi tali celebrino almeno la dominica e feste solenni, e, avendo cura d’anime, che satisfacciano al loro carico; e se alcuno sará ordinato alli ordini superiori inanzi li inferiori, il vescovo possi dispensare se vi sará causa legittima.

XV. Che se ben li preti nell’ordinazione ricevono potestá di assolver dalli peccati, però nessuno può udir le confessioni, se non ha beneficio parrocchiale o sia dal vescovo approvato.

XVI. Che nessun sia ordinato senza esser ascritto a qualche chiesa o luoco pio per esercitar il ministerio di quell’ordine; e se abbandonerá il luoco senza conseglio del vescovo, gli sia proibito il ministerio; e nessun chierico forestiero senza lettere del suo ordinario sia ammesso all’esercizio del ministerio.

XVII. Per ritornar in uso le fonzioni degli ordini del diaconato sino all’ostiariato, che, usate dal tempo degli apostoli, in molti luochi sono intermesse, acciò non siano derise come oziose dagli eretici, li ministeri non siano esercitati se non da chi averá ricevuto quegli ordini, e li prelati restituiscano quelle fonzioni; e se per gli esercizi degli ordini minori non averanno chierici continenti, ne ricevino de maritati, purché non siano bigami, e nel rimanente siano atti a quell’esercizio.

L’ultimo capo fu per l’instituzione dei seminari. In quello è statuito che ogni chiesa episcopale abbia un certo numero de putti, che siano educati in un collegio appresso la chiesa o in altro luoco conveniente; siano almeno d’anni dodici, di legittimo matrimonio; siano dal vescovo distribuiti in classi, secondo il numero, etá e progresso nella disciplina ecclesiastica; portino l’abito e la tonsura; attendino alla grammatica, canto, computo ecclesiastico, alla sacra Scrittura, a legger le omilie de’ Padri, imparar li riti e ceremonie de’ sacramenti,