Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/304

Da Wikisource.
298 l'istoria del concilio tridentino


fare sino a quel tempo per grandi opposizioni che fecero li principali vescovi, acciò non li fosse dato luoco superiore, dicendo non esser giusto che una religione de frati dovesse preceder tutto il corpo di tanti prelati. Ma finalmente s’accomodarono; e fu nella congregazione pubblicato che se gli dava luoco tra gli altri ambasciatori, senza pregiudicio delli prelati che pretendono precedenza. Fece un’orazione l’ambasciatore, scusando il suo gran Maestro di aver tanto differito di mandar a Trento, per li romori dell’armata de’ turchi e per le incomoditá che ricevevano per Dragut corsaro; esortò li padri a porger rimedio alli mali presenti, li quali non toccavano poco anco li frati della sua religione, che non erano membri oziosi della repubblica cristiana. Esortò all’estirpazione dell’eresie, offerendo che il gran Maestro e la societá loro averebbono preso il patrocinio e difesa, spendendo non solo le facoltá, ma la vita e il sangue. Narrò l’origine della religione sua, principiata per quaranta anni inanzi che Goffredo passasse all’acquisto di Terrasanta; le opere eroiche fatte dai loro maggiori, alle quali non potevano corrisponder al presente per esser stati spogliati di gran parte delle loro terre e possessioni; che essi sono l’antemurale di Sicilia e dell’Italia contra li barbari. Per il che pregava li padri raccordarsi dell’antichitá, nobiltá, meriti e pericoli di quella societá, e operare che li fossero restituite le possessioni e commende usurpategli; e che dal concilio si decretasse che all’avvenire non fossero conferite ad altri che a quelli del loro ordine, confermando le immunitá e privilegi di quello. Gli fu risposto dal promotore per nome della sinodo, ricevendo l’escusazione e promettendo di aver quella considerazione che meritava la dimanda sua intorno al conservare le commende e privilegi di quella religione. Ma quantunque, nelli giorni seguenti, appresso li legati facesse la medesima instanza piú volte, ed essi ne facessero relazione al pontefice, egli altro mai rispose, se non che a lui toccava far la provvisione, e l’averebbe fatta al suo tempo.

In quella e nelle seguenti congregazioni furono dati li