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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/368

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362 l'istoria del concilio tridentino


contenute nelli sedici capi. Ma il padre si seppe valer della poca avvertenza degli altri, gettando un fondamento, sopra quale li gesuiti seguenti potessero fabbricare la singolaritá che si vede nella societá loro.

La congregazione delli 22 versò sopra le indulgenze. La difficoltá e longhezza della materia induceva la maggior parte in parere che non se ne parlasse, ché giá era persuasa a tutti l’opinione che bisognasse evitar le difficoltá. Erano nondimeno alcuni che volevano trattarne, dicendo che il far altramenti sarebbe dar occasione agli eretici di dire che si era fuggito di trattarne per non aver ragione di sostentarle. Ad altri pareva che bastasse trattar dell’uso solamente di esse, levando gli abusi che la corruzione dei tempi ha introdotto. Diceva l’ambasciator di Portogallo dispiacergli che non si facesse provvisione alle crociate, ma voler tacer, acciocché da alcuno non fosse presa occasione con quello di allongar il concilio. Li medesimi ambasciatori dell’imperatore, se ben tutti uniti a sollecitar l’espedizione per la commissione avuta da’ loro signori, non erano concordi in questo. Praga voleva che si tralasciasse il parlar de’ dogmi; Cinquechiese diceva che, non trattandosene e non provvedendo agli abusi delle reliquie e delle immagini e del purgatorio, restava la sinodo in vergogna.

Il vescovo di Modena considerò alli padri che quando s’avesse voluto trattar dell’indulgenzia al modo che della giustificazione s’era fatto, considerando tutte le cause e risolvendo tutte le questioni, era cosa molto longa e difficile e che averebbe portato gran tempo, non essendo possibile metter quella materia in chiaro, se non risolvendo prima se sono assoluzioni, o pur compensazioni e suffragi; e se rimettono le pene imposte dal confessor solamente, o pur tutte le debite; parimente se il tesoro che si mette per fondamento loro consta dei soli meriti di Cristo, o pur vi è bisogno di quei dei santi ancora; se si possono dare senza che chi le riceve presti opera alcuna; se si estendono alli morti ancora; e altre cose di non minor difficoltá. Ma per determinare che la Chiesa ha potestá di concederle, e che in tutti li tempi le ha concesse, e che sono molto utili al populo fedele se degnamente le riceve,