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CAPITOLO XII

(dicembre 1563-marzo 1565).

[Sodisfazione per la fine del concilio. — Il papa favorevole all’approvazione dei decreti conciliari, mentre in curia prevale l’opposizione. — Consultazioni del papa. Opinioni dell’Amulio e del Boncompagni. — Il papa conferma l’azione conciliare nel concistoro del 26 gennaio e con una bolla. — Giudizi su tale approvazione. — Come venisse accolto il concilio in Ispagna ed in Francia. — Gravi biasimi al Lorena per non aver salvaguardate le prerogative di quel regno. — Critiche francesi ai deliberati conciliari. — Accoglienza ostile in Germania. — Nuove insistenze dell’imperatore e del duca di Baviera per il calice ed il matrimonio dei preti. — La questione del celibato ecclesiastico esaminata da una commissione di cardinali. — Creazione cardinalizia del marzo 1565.]

In Roma, quando successe l’infirmità del pontefice, temendo tutti della vita sua, fu molta confusione nella corte, perché, non avendosi ancora visto morte di pontefice essendo il concilio aperto, si temeva grandemente quello che potesse succedere. Avevano l’esempio del concilio constanziense, il quale nell’elezione aggionse altri prelati alli cardinali, e temevano che qualche cosa simile o peggiore non avvenisse. E se ben l’ambasciator di Spagna affermava l’ambasciator in Trento e li prelati spagnoli aver commissione che l’elezione fosse de cardinali, con tutto ciò, atteso il poco numero di questi, le parole non davano piena confidenzia. Fu grand’allegrezza quando s’intese il papa restorato, parendo d’esser usciti di gran pericolo: la qual s’aumentò sopra modo, quando s’intese il fine del concilio. Il pontefice ordinò per questo una solenne processione per ringraziar Dio di tanto beneficio. In consistoro mostrò il gran contento che n’aveva: disse di volerlo confirmare, e anco aggiongerli altre riforme; di voler mandare tre