Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/395

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libro ottavo - capitolo xii


diligenzia sua in favorir la libertá di quello, concedendoli anco arbitrio libero sopra le cose reservate alla sede apostolica, ringraziò Dio che con intiero consenso se gli fosse imposto fine. Per il che, ricercato della conferma per nome della sinodo, conoscendo li decreti esser tutti cattolici e utili al populo cristiano, li ha confermati in consistoro e li conferma in quella scrittura, comandando a tutti li prelati di farli osservare, ed esortando l’imperator, re, repubbliche e principi ad assistere, per osservanzia di quei decreti, di favore alli prelati; non permettere, ma onninamente proibire alli populi loro il ricever le opinioni contrarie alla dottrina di quel concilio. E per fuggir la confusione, proibí ad ogni condizione di persone, cosí chierici come laici, il farli sopra commentari, glose, annotazioni o scolie, né interpretazione di qualsivoglia sorte; nemmeno far statuto di sorte alcuna, ancora sotto pretesto di maggior corroborazione o esecuzione dei decreti: ma essendovi bisogno d’interpretazione di alcun luoco oscuro o di qualche decisione, andassero alla sede apostolica, perché egli si riservava il dechiarare le difficoltá o controversie, come anco la sinodo aveva giá decretato.

Andò in stampa insieme con li decreti del concilio l’atto consistoriale della conferma e la bolla; le quali cose diedero da parlare, apparendo dal tenor di quelle che li decreti non avessero vigore come statuiti dal concilio, ma solo per la confermazione; onde si diceva che uno aveva veduto la causa e l’altro fatto la sentenza. Né potersi dire che il pontefice avesse prima veduti li decreti che confermatili, poiché dall’atto consistoriale appariva non aver veduto se non il decreto di chieder la conferma; che almeno in Trento s’erano fatti legger li decreti fatti sotto Paulo e Giulio; che piú conveniva che fossero confirmati da chi li aveva uditi, che da chi non aveva inteso. Al che da altri veniva risposto non esservi stato bisogno che il pontefice li vedesse, non essendo stata fatta in Trento cosa se non deliberata prima da lui. Per molti consistori seguenti parlò il pontefice per osservazione dei decreti del concilio; disse che egli stesso voleva osservarli, se ben