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libro settimo - capitolo vi


con tutti li prelati francesi, il cardinale di Mantoa propose di far seder l’ambasciator spagnolo separato dagli altri, dirimpetto delli legati, o vero de sotto gli ambasciatori ecclesiastici, o pur de sotto de tutti gli ambasciatori secolari. Ma de nissun partito si contentarono li francesi, volendo che in ogni modo avesse il luoco dopo di loro, e non altrove.

Nella congregazione del 1° decembre Melchior Vosmediano, vescovo di Guadice, parlando sopra quella parte dell’ultimo canone dove si determinava che li vescovi chiamati dal papa sono veri e legittimi, disse che non li piaceva il modo di esprimere, perciocché vi erano anco delli vescovi non chiamati dal pontefice, né meno confermati da lui, che erano però veri e legittimi. Addusse per esempio quattro suffragane! eletti e ordinati dall’arcivescovo di Salzburg, che non pigliano alcuna confirmazione dal papa. Il cardinale Simonetta non lo lasciò passar piú oltre, dicendo che quanto il vescovo di Salzburg e gli altri primati facevano, tutto era con autoritá del pontefice. Si levò fra’ Tomaso Casello, vescovo de La Cava, e il patriarca di Venezia tutti in un tratto, dicendo che si dovesse mandar fuori come scismatico. Ed Egidio Falcetta, vescovo di Caurle, gridò: «Fuori il scismatico!»; e seguí grandissimo rumore tra li prelati, cosí di susurri, come de piedi, parte in offesa del vescovo votante e parte in difesa, che diede mala satisfazione alli prelati oltramontani. Il Cardinal di Lorena, se ben ne sentí dispiacere, non fece dimostrazione alcuna; e li legati con difficoltá quietarono il rumore, facendo proseguir agli altri che dovevano parlar in quella congregazione. La qual finita, il Cardinal di Lorena in presenza di molti prelati pontifici ebbe a dire che l’insolenza era stata grande, che il vescovo di Guadice non aveva parlato male, e se fosse stato francese, egli averebbe appellato ad un concilio piú libero; e quando non si provveda che tutti possino parlar liberamente, non s’averebbono tenuti li francesi che non fossero partiti per far un concilio nazionale in Francia. E veramente fu conosciuto che il vescovo non aveva mal parlato, e fu corretto il canone che, sí come diceva: «li vescovi chiamati dal ponte-