Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/113

Da Wikisource.

lettere di fra paolo sarpi. 53

siccome è giusto, la regia dignità. Tra questi, il signor di Messée, regio inviato in questa città, nominava la S. V. come uno dei primi; e a lui si univa in fare della dottrina e probità di lei ogni più splendida testimonianza il signor Dolot, fratello del primo Presidente. D’allora in poi andò talmente crescendo la mia devozione verso la S. V., che tenni per gran ventura l’essere conosciuto da un simile personaggio, e il potergli in qualche guisa dare a conoscere la mia antica e particolare osservanza. Ecco le cagioni che mi spinsero a mandarle i miei libricciuoli.

Avevo letto, per cortesia del signor Fresnes, la prima collezione del Concilio di Trento; e questa seconda e più copiosa ho veramente divorato: sicchè vedo come V. S. illustrissima abbia condotto la cosa a tal punto, che pochi ormai fra i monumenti francesi potranno in quella desiderarsi. Ben dovrebbe il suo esempio avere imitatori; giacchè se in tutti gli altri regni si facesse altrettanto, e in ispecie in quelli che nel Concilio ebbero maggior parte, sarebbe da sperarsi una raccolta pressochè completa di tutti gli atti di esso. Desiderai lungamente di potere a tal cosa accudire in qualche modo; ma fu tale la condizione de’ tempi, negli anni più vicini ai due ultimi, che se del solo desiderio non mi fossi contentato, sarebbemi per fino mancata la facoltà di desiderarla. Dacchè raccquistai alquanto della mia libertà, alcun che messi insieme; in parte veri originali, in parte escerti fedelmente fatti sopra quelli, ed altre carte che sebbene non propriamente autentiche, possono con probabilità grandissima tenersi per veritiere. Più avrei potuto accozzarne, se prima mi fossi ac-