Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/245

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lettere di fra paolo sarpi. 185

mente, ma in realtà a fine di persuader il signor di Sully, con chi tiene stretta amicizia. Vedendo poi il cardinale venuto costà, io sempre ho aspettato questa metamorfosi, nè tuttavia ho creduto che possa esser opera delli Spagnuoli, i quali in quei tempi non avevano tenuto per ancora pratiche col re. Non mi persuado d’intender le cose meglio di V.S., che è presente e sa l’interno: con tutto ciò non mi rendo facile a credere che questo sia tentato a fine di far servizio al papa, sebbene forse, succedendo, se gli dipingerà per tale, e si coprirà di questo pretesto; anzi più tosto inchino a giudicare, che si faccia per levare e indebolire quel signore di fautori e amici, per quei fini dove mirano sempre quelli che non veggono volentieri intelligenza tra gli altri. L’esempio d’alcun altro così trasmutato, mostrò che restano senza amici: così avverrà a lui. Io veggo che le arti presenti sono metter diffidenza tra tutti, e così assicurarsi. Dio voglia che se l’intenzione non è buona, almeno l’esito non riesca cattivo: perchè, quanto alla Religione, questo è un mezzo non di far cattolici, ma di far solo che uno si levi e nessuno s’introduca; e non so quanto questo sarà utile al fine per il buon governo: se bene anco il solo metter diffidenza, reputo che in principio faccia maneggiar bene, ma in fine il male sia peggiore.

Dubito che il zelo faccia temere V.S. più di quello che la cosa stessa merita: ma quand’anco dovesse succedere quello che ella pronostica, dobbiamo credere che non si farà senza Dio; e quando sarà permesso da lui, non siamo noi certi che ne nascerà un bene maggiore? Adunque noi attendiamo a pre-