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204 lettere di fra paolo sarpi.


Il giudizio che V.S. molto illustre fa di me, dall’evento gli sarà fatto conoscere sicuro; come anco li mostrerà certo che versiamo, io e quei gran maestri, in contradittorio di opinione di fede e di abitudine, avendomi Dio fatto grazia di tanta luce, che conosca l’abominazione. Bacio a V.S. molto illustre le mani, e gli resto umilmente servitore.

Venezia, li 12 febbraio 1609.1




LIX. — A Filippo Duplessis Mornay.2


Non ho mai potuto indurmi a lasciarmi qui da gran pezza surrogare, avendo cagion di dolermi anche per conto della repubblica. Così fui costretto di affidare alle lettere ciò che avrei voluto adempiere di persona, senza il timore di veder fuggita l’occasione. Fu intimato il congresso dei nostri principi nel mese corrente. Incomincio a sperar bene delle cose dei Veneti, e mi accresce speranza quello che la S.V. mi avvisa nelle ultime sue, ed è ciò ch’io aveva sì forte desiderato. Al che si conformano le notizie lette non molto innanzi, siccome scritte ad un amico. Se vi sarà duopo di sproni, ne farò uso


  1. Questa Lettera, nella prima edizione, vedesi (contro il solito) sottoscritta: Fra Fulgenzio. Noi pensiamo che questa segnatura di nome debba riferirsi all’ultima parte, ovvero post-scripta, di essa, la quale incomincia: “Il giudizio che V.S. ec.„
  2. Vedasi la nota 1, a pag. 148. Questa Lettera, dettata in latino e che a noi sembra la più sibillina, non solo nelle allusioni ma forse ancora nei nomi, fra quante poterono trarsene da cotesta fonte Morneiana, porta anch’essa la problematica indicazione: De M. Carol. Pauli.