Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/27

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fra paolo sarpi. xix

«Ho molto desiderio di sapere la qualità del soggetto, ed in particolare se gli basta un Dio in cielo, oppure se lo vuole anche in terra.1» Fattostà che gli Italiani per interesse sconfinavano la potenza del papa, e l’interesse riusciva ad ipocrisia; e per l’abusar della religione a guadagno, eravamo puniti rimanendo, come notano Machiavello e Sarpi, senza religione nè con guadagno, sì con vergogna e con servitù.


V.


Io voglio dare un esempio dell’ironia del Sarpi tratto dalla Storia dell’Interdetto, perchè i leggitori sieno fatti più capaci di quel che sono venuto scrivendo. Ecco come descrive i Gesuiti di Venezia: «In Venezia il Nunzio Apostolico, dopo l’avviso della pubblicazione, si tratteneva tutto il giorno nella casa de’ Gesuiti, dov’erano padri molto cospicui per le azioni loro passate in rivolgimenti e negozi di Stato; a’ quali era proposto il padre Bernardino sanese, che si trovò anche con simil carico a Parigi quando i Gesuiti furono scacciati di quella città, e il padre Antonio Possevino, molto nominato per le cose fatte da lui in Moscovia e Polonia tanto nei tempi quando fu in persona in quelle regioni, quanto anche dopo con maneggi e trattati; il padre Giovanni Barone veneziano, ancora persona molto entrante, che nella città dove abitava non permetteva


  1. Lettera LXII.