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230 lettere di fra paolo sarpi.

finita varietà delle opere della natura e di Dio; ma bene uso, secondo il precetto d’Aristotele, di non ricercar la causa, salvo che di quelle ch’io stesso veggo. Nella cosa stessa molte volte sta la causa coperta, che l’occhio acuto scuopre; ma nella relazione non si rappresenta. Il relatore anco alle volte vede con occhiali, ovvero essendo attento ad altro; onde la cosa gli è altrimente rappresentata: le quali cose fanno che ognuno debbe fondar sopra li suoi sensi, non sopra li alieni.

Ma quando V.S. mi fa passaggio da questo miracolo a quell’altro mostro delli Gesuiti, posso ben dire che tratti di cosa veduta e conosciuta da me, se bene non interamente. Hanno tanti recessi, tanti pretesti, tanti colori, che sono molto più vari del sofista di Platone; e quando l’uomo crede averli compressi in un dito, scappano e si dileguano di mano. Ogni giorno veggo in loro cosa maravigliosa per innanzi non scoperta. Qui viene avviso che di Ungaria siano scacciati. L’intenso desiderio del ben publico facendomi temere, mi sforza ad aspettar il secondo avviso prima che credere. Questi sono quelli che incitando ogni giorno la corte romana contro questa Repubblica, nodriscono le vecchie differenze, seminano quotidianamente di nuove e inacerbiscono gli animi. Io non posso prevedere dove queste cose siano per terminare. Solo temo che l’Italia possa dar materia di ragionamenti a’ suoi vicini, come adesso ne riceve da loro.

Il padre Fulgenzio ha fatto quello che conveniva ad un predicatore veramente cattolico: ha predicato l’evangelio di Cristo nostro Signore, astenendosi da notare qualsivoglia persona: non ha dato soddisfa-