Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/309

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lettere di fra paolo sarpi. 249


La raccolta di quelli che si sono esercitati a raccogliere gli avvenimenti del re, è opera buona; ma parlando di quelli che hanno narrato in orazione distesa, sono così simili, che sono un istesso. Pareva che si potesse desiderare da loro maggior amplificazione. Quello che l’ha digesta in versi pare che più sia accomodato, e l’elegia (a fol. 65), per la sua purità ed immagine d’antichità, mi pare che ecceda tutti gli altri. In questo, io dico che la forma è degna della materia; chè, quanto agli altri, la materia supera la forma d’assai.

Vidi il discorso de’ Benefizi di monsignor Gillot, che mi piacque molto, certificandomi, per quello che si servano in pratica costì, tutte quelle cose che gli scrittori francesi da molti anni in qua riferiscono de’ tempi loro. Il trattato della Libertà non è ancora giunto.

Per dirle qualche cosa di nuovo delle nostre, a Roma vi è qualche pensiero dell’armata turchesca; la quale, sebbene non sarà per fare una impresa reale, dà però timore che, favorita da qualche occasione, non faccia effetto considerabile. S’attende dagli Spagnuoli a provvedere i lidi di Calabria, e da’ preti ad opporsi con orazioni, perchè i denari sono destinati ad altre cose.1

La nuova de’ Gesuiti di Spagna non è venuta qua, ed è così notabile, ch’io voglio aspettare il secondo avviso per crederla; e se si verificherà, starò ancora sospeso, dubitando che sotto sia ascoso qualche mistero.


  1. A commento di queste parole, il Bianchi Giovini cita quelle della Lettera LXVII: “Il papa ha mandato 100 mila ducati a Napoli per comprar Stati;„ ed aggiunge: — a’ suoi nipoti, s’intende.