Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/366

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306 lettere di fra paolo sarpi.

mente, opera con diligenza e coscienza: serve bene quelli a favore de’ quali è confermato.

Non ho cosa di nuovo d’avvisare V.S. La risaluto a nome del signor Domenico Molino e del padre Fulgenzio, e io le bacio la mano. Non ho ancora potuto trovare in Venezia chi sia quel Vincenzo Ivioni, a cui è inviata la lettera che V.S. mi manda: spero che se ci sarà, lo troverò.

Di Venezia, il 29 settembre 1609.




XCIV. — A Giacomo Leschassier.1


Mi giunse finalmente un esemplare del Codice di Magonza, costì venuto in luce e inviatomi dalla S.V. eccellentissima: del che le rendo assai grazie. Mi s’offerse anco alla vista un foglietto sottoscritto di sua mano, col quale si combatte il libro d’un certo Contareno sui miracoli, e mi destò certo qual moto di gelosia. Gradirei che, siccome non ha qui persona la quale più di me, obbligato dal dovere, la osservi, reverisca ed ami; così Ella non ricerchi l’altrui servigio, semprecchè io basti a contentarla. La prego con tutta l’anima, che, se le occorrano libri di qua, voglia a me domandarli. Nessun Contareno ha scritto di miracoli. Vive tuttora un Niccolò, nobilissimo senatore di quella famiglia, che da giovane scrisse un libro sulla perfezione delle cose, il quale è come un compendio o sommario di filosofia. Se a caso abbisognasse, gliel farò subito recapitare.2


  1. Pubblicata, in latino, tra le Opere ec., pag. 63.
  2. Segue nel testo latino uno squarcio in tutto simile